di Michele Tossani
La Juventus impiega un tempo per capire come superare un Crotone giunto a Torino con l’autobus parcheggiato. Nel finale, Allegri prova un interessante esperimento.
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]a Juventus torna al successo battendo 3-0 il Crotone in una gara rivelatasi più complicata del previsto, soprattutto a causa delle difficoltà incontrate dai Bianconeri nel tentativo di superare l’autobus parcheggiato dai calabresi davanti alla propria area di rigore. Un successo importante, in una giornata in cui anche le altre dirette concorrenti (Roma esclusa) hanno a fatica vinto le rispettive partite. Un buon viatico in attesa del trittico che vedrà gli uomini di Massimiliano Allegri affrontare in successione Napoli, Olympiakos e Inter.
Dal punto di vista tattico Allegri decide di affrontare la squadra di Davide Nicola col 3-4-2-1 che prevede Dybala e Douglas Costa dietro Mandžukić. In difesa si vede per la prima volta Höwedes, centrale affiancato ai lati da Barzagli e Benatia mentre a centrocampo giostrano Alex Sandro e Lichtsteiner sulle corsie esterne con Matuidi e Marchisio centrocampisti centrali.
L’arretramento di Alex Sandro e lo scivolamento in fascia laterale di Costa produceva il 4-4-2 con cui la Juventus si è presentata in fase di non possesso palla.
Nei primi quarantacinque minuti di gioco, pur producendo alcune occasioni – come le due fallite da Matuidi – la Juventus palesa alcuni problemi tattici. Sulla fascia sinistra la posizione di Costa tende ad essere troppo esterna, finendo con l’intasare la corsia mancina dove Alex Sandro dovrebbe garantire ampiezza e profondità. Sul lato opposto, anche Dybala è troppo largo e arretra molto a prendere palla finendo per trovarsi in diverse occasioni dietro al più avanzato Lichtsteiner.
Con i due teorici no.10 lontani dalle zone di competenza previste, la Juventus finiva per svuotare gli half-spaces con il conseguente problema di non riuscire a garantirsi superiorità posizionale alle spalle della linea di centrocampo crotonese.
In questo modo il possesso palla bianconero (alla fine un barcellonistico 81%) risultava spesso una sterile e lenta circolazione corta a U che passava dai tre difensori centrali, non a caso tutti col 90% o oltre di passaggi riusciti.
La partita di Höwedes.
Probabilmente i tre difensori sono risultati essere troppi contro un Crotone che si presentava solo nominalmente con due attaccanti, in realtà due giocatori offensivi che si preoccupavano più di coprire le traiettorie di passaggio verso la propria metà campo che di pressare alto o di attaccare la profondità, cosa che avveniva assai sporadicamente.
Nella pass map fornitaci da @11tegen11 si vede come il gioco del Crotone sia stato essenzialmente basato sul lancio lungo da Cordaz agli attaccanti.
Con le vie centrali chiuse l’arma privilegiata di rifinitura della Juve diventava così il cross: alla fine saranno 20, con Costa mattatore (6). Nel secondo tempo Allegri riporta Dybala e Costa in posizione più interna, occupando gli half-spaces e garantendo a Mandžukić un maggior supporto. La squadra bianconera avanza ulteriormente il proprio baricentro (alla fine risulterà essere di 55.1 metri) col risultato di schiacciare ulteriormente il Crotone.
La pass map della Juventus nel grafico datoci sempre da @11tegen11.
L’ulteriore pressione offensiva, la miglior occupazione posizionale degli spazi e una maggior precisione nei passaggi permette alla Juventus di sbloccare il risultato e di metterlo poi al sicuro nei primi quindici minuti della ripresa grazie ai gol di Mandžukić e De Sciglio, subentrato da poco al posto di un inconsistente Lichtsteiner. L’ulteriore ingresso di Miralem Pjanić permette ad Allegri di provare la soluzione con i tre centrocampisti centrali, che potrebbe essere riproposta venerdì nell’anticipo del San Paolo.